Phlebosophy è un nuovo concetto nel campo della flebologia e un marchio europeo registrato. Il termine Phlebosophy ha una etimologia greca che significa amore per la sapienza nella patologia venosa: Phlebo (Venoso) – Philosophy (φιλοσοφία, philosophia, letteralmente “amore per la sapienza”).
Phlebosophy è lo studio dei problemi generali e fondamentali della patologia venosa, in riferimento alla sua esistenza, conoscenza, valori, ragioni, mente e terminologia. I metodi di Phlebosophy includono domande, revisioni critiche e discussione della letteratura, dibattiti razionali e presentazioni sistematiche. Le classiche domande di Phlebosophy includono: è possibile sapere qualcosa e dimostrarlo? l’assenza di evidenze costituisce una evidenza? cosa è maggiormente reale? Tuttavia un flebosofo deve porsi anche dei problemi più pratici e concreti come: c’è un modo migliore degli altri per trattare la patologia venosa? è meglio essere giusto o ingiusto? gli esseri umani sono liberi di pensare?
Perchè abbiamo creato Phlebosophy?
La ragione principale per cui abbiamo creato Phlebosophy è di cercare di migliorare e uniformare l’attività clinica e scientifica quotidiana tra i medici che si occupano della patologia venosa, e di condividere questa conoscenza tra loro; in altre parole cercare di creare un network funzionale e una brillante piattaforma web capace di interagire 24 ore al giorno con medici e pazienti.
Prima di analizzare il razionale di Phlebosophy, dobbiamo capire chi è il flebologo moderno e quali sono gli attuali standard della sua formazione.
Senza dubbio negli ultimi 5000 anni la patologia venosa è stata ben conosciuta e nel passato molti medici pionieri hanno creato dei metodi incredibili per curare i problemi di origine venosa e le loro complicanze: i veri flebosofi. Attualmente, nonostante le società scientifiche riconosciute in tutto il mondo che si occupano di queste problematiche, le linee guida sono spesso non applicate nella pratica quotidiana, e una scuola internazionale per la formazione dei flebologi non esiste ancora. Molti master universitari e corsi di formazione privati sono stati proposti per insegnare ai medici, ma probabilmente viene applicata una scuola teorica “a la carte”.
Un medico ha recentemente “twittato” che ai dottori viene raccomandato fortemente e continuamente di fare riferimento alle linee guida; con tutte le linee guida disponibili attualmente e spesso in contrasto tra di loro, abbiamo veramente bisogno di linee guida per comprendere le linee guida.
Le linee guida sono un buono strumento per trasferire nella pratica clinica le evidenze ottenute negli studi scientifici ma regolarmente non vengono prese in considerazione le realtà delle variabili multiple e individuali di ogni singolo paziente. Il progresso accelerato della scienza negli ultimi anni, il rapido e libero accesso alle biblioteche mediche internazionali, e la diffusione della conoscenza tramite internet, portano ad una globalizzazione dell’informazione.
Al contrario, la riduzione delle risorse umane, la crisi economica, la mancanza di cliniche flebologiche e di flebologi, e altri multipli fattori, non permettono la diffusione della conoscenza nel mondo nella pratica quotidiana. In molti paesi i differenti sistemi sanitari (pubblici, privati, o misti) offrono alternative che non sono bene accette dai pazienti.
Il problema principale che vogliamo evidenziare è che frequentemente i flebologi hanno una diversa estrazione e formazione professionale: ci sono medici di medicina generale, angiologi, specialisti in medicina interna, in chirurgia generale, in chirurgia vascolare, in dermatologia, ecc. La formazione è più o meno completa e in molti casi il dedicarsi a questa disciplina è solo occasionale e non totale. Si può notare a prima vista dagli abstract book dei congressi internazionali come l’uniformità della terminologia, l’anatomia, gli standard clinici, la valutazione della qualità di vita, sono differenti tra i vari autori e nei differenti paesi in tutto il mondo.
Un altro importante problema è la differenza tra culture diverse e approcci di cura diversi, spesso basati su differenti sistemi sanitari e differenti disponibilità economiche. Un esempio significativo è la differente realtà tra la sanità pubblica e privata in Italia, e tra i paesi anglosassoni e del mediterraneo. Ci sono incredibili differenze culturali fra chi ha sviluppato le linee guida personalizzate e pensieri miopi proponendo strategie in accordo con la propria esperienza personale e probabilmente il proprio interesse economico. Curano tutto con la scleroterapia, o la chirurgia conservativa, o lo stripping, o le tecniche mini invasive di ablazione endovascolare, e a volte si possono visitare dei siti web in cui viene raccomandato che le vene varicose non vengano mai trattate.
In Phlebosophy, noi crediamo che un medico debba conoscere ed essere in grado di eseguire tutti i differenti trattamenti che abbiano una validazione scientifica, e cercare sempre di dare al paziente giusto il trattamento giusto al momento giusto.
Durante le varie consensus UIP riguardo alla formazione specialistica in flebologia, alcuni capi saldi sono stati discussi, come le nozioni in anatomia delle vene, farmacologia, valutazione clinica, visita del paziente, strumenti diagnostici, ultrasuoni, differenti modalità di trattamento, formazione aggiuntiva, lettura e scrittura critica degli articoli scientifici. In altre parole un management completo delle attività prima di iniziare il trattamento della patologia venosa. Ma quanti specialisti arruolati nelle società mediche scientifiche corrispondono a questi requisiti? Molto pochi. In Italia le scuole di specializzazione in angiologia sono scomparse da 10 anni, in alcuni paesi europei non sono mai esistite; in più del 70% dei casi la flebologia non viene eseguita da chirurghi vascolari, ma da altri specialisti, o addirittura da non specialisti e paramedici. Il trattamento dei problemi flebologici diventerà veramente complesso in futuro, a meno che non offriamo dei nuovi strumenti per creare un network funzionale che promuova la collaborazione e migliori l’abilità dei medici che la stanno apprendendo.
Capisaldi di Phlebosophy
La malattia varicosa è una patologia non curabile, qualunque metodo venga utilizzato per curarla. Noi crediamo che le basi di questa malattia siano nella disfunzione emodinamica che crea una ipertensione venosa superficiale. Lo scopo della valutazione iniziale del paziente deve mirare a identificare le cause più evidenti che hanno portato alla ipertensione venosa; in particolare dobbiamo capire l’eziologia e distinguerla in primaria, secondaria, o entrambe.
Lo studio ultrasonografico mediante ecocolordoppler deve essere eseguito come primo step per consentire una corretta identificazione dell’estensione del reflusso venoso, che viene distinto in superficiale, profondo, delle vene comunicanti tra loro; l’estensione può essere a livello della coscia, della gamba, o di entrambe. Lo studio deve essere eseguito in posizione supina e ortostatica, in statica e dinamica, anche se quest’ultima risulta più difficile. Da questi primi concetti, possiamo anche dire che l’esame diagnostico ecografico richiede una ottima preparazione dell’operatore, visto che questo tipo di esame è operatore-dipendente; non è soltanto tecnica ma deve tenere conto anche di un approccio medico e flebosofico.
Molte volte capita di visitare un paziente che ha eseguito solo una valutazione ecocolordoppler non completa, dissociato dal corrente pensiero di un flebologo, che in realtà non fornisce nessuna formazione utile per eseguire un trattamento chirurgico o non ci mette in condizione di confrontare un risultato dopo un trattamento conservativo. È assurdo che ogni giorno milioni di pazienti siano trattati, e solo una frazione di essi venga registrata per valutare i risultati nel follow-up. La maggioranza degli operatori non è in grado si documentare il successo o il fallimento del proprio lavoro: oggi si parla più di guaritosi che usano metodi naturali che rigenerano le vene più che dei risultati della chirurgica venosa e delle linee guida.
Sembra che ognuno crei le proprie linee guida modificando quelle ufficiali e molti specialisti prendono ispirazione dalle linee guida per eseguire un trattamento che in realtà non le rispettano, perchè il loro ospedale non fornisce le tecnologie necessarie, o perchè non possiedono un ecografo in sala operatoria, o perche non si fidano delle procedure endovascolari senza eseguire una crossectomia. Ci sono degli affezionati delle scuole scomparse nel tempo e ormai superate che supportano esperienze di decenni fa, e che spesso si basano sulla conoscenza tramandata da un operatore all’altro perché il “maestro” aveva detto che bisognava fare così.
Nuovi strumenti per creare un network
- E-learning in flebologia
- E-library in flebologia
- E-training in flebologia
- Phlebogallery